Storia
Combatti la paura, distruggi il virus
Milano, Marzo 2020. Il covid fa irruzione nelle nostre vite. Tutti ne erano esposti, ma alcuni sarebbero stati toccati più duramente. Stessa tempesta, barche differenti. Era una questione di salute, ma frammista a rapporti di classe, genere e razza. Si trattava dunque di sfidare la paura, dimostrare coraggio ed agire per farcela tutti insieme, senza lasciare nessuno indietro. Le parole d’ordine erano semplici ma chiare: dal popolo per il popolo, cura solidarietà comunità. Prendono corpo le Brigate Volontarie per l’Emergenza.
Si comincia quindi dal cuore dell’emergenza, in un clima surreale di incertezza e paura, grazie ad uno slancio etico di solidarietà. L’appello all’azione fu accolto da moltissimi – singoli e gruppi – e in breve tempo si andò formando una rete cittadina di mutuo appoggio organizzata in unità territoriali, le Brigate.
Circa 500 ragazzi e ragazze si sono attivati su tutta la città, zona per zona, quartiere per quartiere, per rispondere in modo capillare alle esigenze della popolazione. E lo stesso avverrà in diverse altre città italiane, tra cui Senigallia, dove sempre nel marzo 2020 nascono le Brigate Volontarie per l’Emergenza – Marche. Anche nella nostra penisola, così come un po’ ovunque nel mondo, prende piede il grande movimento sociale del mutuo appoggio.
Le prime attività delle BVE, incentrate sulle periferie e volte a rispondere alle necessità più essenziali degli abitanti, consistono nella distribuzione di mascherine, gel igienizzante, medicinali e in un servizio di spesa a domicilio per le persone più vulnerabili. Ovviamente in modo del tutto gratuito. Frattanto, alcuni psicologi volontari attivano un centralino telefonico dedicato al supporto psicologico, rivelatosi estremamente importante in un momento così difficile, a dimostrazione che la materialità dei bisogni primari comprende anche il benessere mentale.
Poi, con l’incedere del lockdown, si apre una seconda fase: la distribuzione di alimenti, dovuta al fatto che molte persone erano rimaste a casa senza lavoro e senza cassa integrazione. Le Brigate danno allora avvio a raccolte fondi, recuperi e collette alimentari – le famose ‘spese sospese’ – per approvvigionarsi di cibo e ridistribuirlo a chi non poteva più permetterselo.
In breve tempo la crisi sanitaria cominciò a rivelare una crisi ben più profonda e strutturale, di natura sociale ed economica. Per rispondere all’aggravarsi della situazione la neonata rete di Brigate andò strutturandosi e mise in campo attività di vario tipo e scopo: distribuzione capillare di beni di prima necessità; somministrazione gratuita di test antigenici rapidi per le fasce economicamente più svantaggiate della popolazione; un servizio di supporto psicologico telefonico; dopo-scuola e laboratori per bambini; gruppi anti-violenza per donne; incursioni teatrali nei cortili delle case popolari, e molto altro. A prendere forma, progetto dopo progetto, è stato un vero e proprio nuovo mutualismo urbano, volto alla cura della comunità, che vede i giovani come forza propulsiva.
Nate sull’onda dell’emergenza, le BVE ci sono ancora e sono qui per restare. Finché ci sarà bisogno, con l’energia che si nutre della consapevolezza che un mondo più giusto è necessario.
Il resto è storia ancora da scrivere. Insieme.